The Wedding Day
Il 1 settembre è arrivato.
Quando il mio cellulare mi avvisa che è ora di alzarsi, sono già sveglia da un po’. Questa notte, in totale, ho dormito un paio d’ore: troppa adrenalina per il wedding day per cadere in sonni profondi.
Dopo una colazione veloce, controllo che in macchina ci sia tutto (ho caricato il materiale ieri sera, ma un ripassino veloce non fa mai male).

Ecco arrivato il momento di partire: io e la mia assistente abbiamo un centinaio di chilometri da fare e prima dobbiamo passare dal fioraio.
La sposa ha deciso di fissare al bouquet anche del pizzo ed è mio dovere consegnarlo per tempo.
L’incognita della pioggia è quasi del tutto dimenticata. Conosco la mia regione e Settembre non è proprio famoso per le giornate di sole, eppure il sole splende alto come non mai.
Arrivati sul posto, il fioraio è lì ad aspettarmi, sorridente e disponibile come al solito!
Fissato il pizzo al bouquet, ci incamminiamo verso la location.
Qui iniziano i veri preparativi.
Io e la mia assistente allestiamo il tableau, sistemiamo il guest book, prepariamo tutto ciò che serve per la cerimonia. Intanto in location c’è fermento per la disposizione dei tavoli per la cena e delle sedie per la cerimonia.
Una gradevole sorpresa ce la fanno i proprietari del Castello: nel bel mezzo dei preparativi, eccoli spuntare dalle loro stanze. Si fermano un attimo ad osservare il nostro lavoro: “Complimenti, non avevamo mai visto dei dettagli così particolari per un matrimonio”.
Il mio cuore si riempie di gioia: ecco la giusta carica per continuare il mio operato.
La mia sposa mi scrive: sarebbero arrivati un po’ più tardi.
Non è un problema, i lavori procedono come previsto.
L’ora di pranzo arriva in un batter d’occhio e, dopo le ultime disposizioni, io e la mia assistente ci prendiamo una mezz’ora di pausa per mangiare qualcosa e per rifocillarci prima di rimetterci a lavoro.
Nel primo pomeriggio, arrivano tutti gli altri fornitori: il fioraio arriva prima dell’orario stabilito per aiutarci al meglio e con lui anche la band, il coro per la cerimonia e il fotografo (super professionali e puntuali!).
Mentre tutti sistemano la loro attrezzatura, io proseguo con l’allestimento del rito civile.
Piccolo problema: se la pioggia è ormai un lontano ricordo, il vento non è dalla nostra parte.
L’arco nuziale ha un drappo di stoffa bianco sulla destra, che però a causa del vento forte, non collabora a stare su. Io e la responsabile della location facciamo in modo che rimanga fermo lì. A tutti i costi!

Cosa vedo intorno a me?
Persone che corrono da ogni parte, tutti in pieno fermento affinché sia tutto pronto per tempo.
Il mio lavoro di supervisione terminava qui (per il momento): date le ultime dritte a tutti i fornitori e alla mia fedele assistente, mi reco dai miei sposi per controllare che tutto proceda secondo i piani.
Ecco le mie prime emozioni.
Vedere Valentina vestita da sposa riempie subito i miei occhi di lacrime (ho il cuore debole io!).
Dire che è bella è riduttivo: è raggiante, splendida.
Prendo le fedi e ritorno in location. I fiori sono al posto giusto, i tavoli sono stati apparecchiati a dovere, la band ha montato tutto e il coro per la cerimonia prova gli ultimi accordi.
Rocco è lì già da un po’ e scorge il dietro le quinte del suo matrimonio. Gli sistemo la boutonniere: nel taschino proprio no.
Arrivano i primi invitati che guardano incantati ogni cosa: si meravigliano che tutto quello che aveva raccontato la sposa nei mesi precedenti sia stato davvero realizzato.
Manca un quarto d’ora alle 18.00 e il celebrante non è ancora arrivato.
Mantengo la calma ma lo cerco. Eccolo da lontano che arriva trafelato. Mi chiede scusa per il ritardo, io gli sorrido e sistemo anche a lui la boutonniere.
Lo accompagno al suo posto e gli sistemo la fascia da Sindaco, consegnandogli tutto il necessario per la cerimonia.

Mi guardo ancora intorno, controllo la mia timeline, guardo l’orologio.
Prima dell’arrivo della sposa, è il testimone che mi cerca nel panico.
“Wedding, ho fatto un casino!”, mi dice.
Io lo guardo: “Cos’hai fatto?”. Penso ad ogni possibile tragedia.
Ha semplicemente camminato sul tappeto bianco!
Nulla di grave dopotutto: strofinando un po’, l’impronta del suo piedone va via.
E la sposa arriva puntuale.
Mi guarda e, con il suo grande sorriso, mi dice che è stata brava, non è in ritardo. Il suo papà emozionato è già al suo fianco.
La Signora Patrizia, la mamma della sposa, mi guarda prima di accomodarsi. “Ci siamo!”, mi dice. È emozionata, glielo leggo negli occhi, ma mantiene la sua signorile compostezza.
Tutti sono ai loro posti, tutti aspettano l’ingresso della sposa.
Faccio cenno al coro di far partire la musica.
Sulle note di “Io che amo solo te”, Valentina va incontro al suo futuro marito, mentre io le sistemo il velo emozionata.
Mi godo un attimo quel momento, quello che amo di più del matrimonio.
Forse il motivo reale per cui amo il mio lavoro.
Mi godo i loro sguardi che si incontrano, mi godo l’emozione che aleggia nell’aria, mi godo l’amore.

Ma poi di corsa ritorno a controllare che tutto sia impeccabile anche per il ricevimento. Centrotavola perfetti, segnaposti sistemati, guest book e tableau con candele e luci accese.
Il tempo scorre in fretta: i testimoni leggono i loro discorsi, gli sposi si scambiano gli anelli, il celebrante li dichiara marito e moglie.
Dopo le foto di rito, Valentina e Rocco vengono inondati dall’immancabile pioggia di riso.
Sorridenti e felici.

Inizia così il ricevimento: la playlist scelta con cura riecheggia nell’aria, gli apertivi vengono serviti, l’atmosfera è colma di serenità.
Mentre gli invitati chiacchierano e si salutano tra di loro, gli sposi tornano nella corte per fare altre foto. Io li osservo da lontano, mentre scambio due chiacchiere con il responsabile di location.
Colgo il momento giusto per raggiungerli: proprio in quell’istante, Valentina ha bisogno di me per sfilare il velo.
Tolgo la forcina giusta ed ecco che viene via, lasciando intatto lo chignon perfetto.
Gli sposi possono finalmente godersi i loro ospiti.
Io respiro un attimo: controllo ancora la mia timeline, parlo con le ragazze che accompagneranno gli invitati ai tavoli, continuo a riaccendere le candele che non collaborano!
Dopo un po’, un componente della band invita gli ospiti a prendere posto ai tavoli. Da lontano gli faccio cenno di no. Lui mi guarda perplesso.
Non è ancora il momento di accomodarsi, prima c’è la consegna delle buste!
Dopo il momento di confusione, tutti si siedono ai tavoli dopo aver abbracciato i loro amati sposini.

E qui mi accomodo anche io.
Da quanto tempo non mi siedo? Ah sì, da quando ero in macchina questa mattina!
La cena scorre tranquilla e io mi godo un bicchiere d’acqua prima di rimettermi in moto: c’è ancora il candy corner da preparare e il tavolo delle bomboniere.
Lavoro in concomitanza con il responsabile di sala: mentre lui supervisiona l’allestimento del buffet dei dolci, io e la mia assistente prepariamo il candy corner. Sistemiamo le boule con i marshmallow, le caramelle Rossana e i bastoncini di zucchero.
La stanchezza comincia a farsi sentire, lo ammetto.
Io e la mia assistente cominciamo a farfugliare, ma alla fine il risultato è comunque eccezionale.

Il buffet dei dolci è pronto, manca solo la wedding cake.
Come sistemare il tavolo della torta? Aggiungo fiori, tolgo candele, sistemo hola hop e scatole di latta: il risultato finalmente mi soddisfa e ammiro ancora una volta la bellezza delle composizioni floreali.
Gli ospiti vengono invitati ad avvicinarsi e rimangono a bocca aperta davanti alle torte realizzate in stile bakery. Sono stupende e rappresentano a pieno tutto ciò che è stato raccontato fino a quel momento.
Lo chef pasticcere della location si congratula con la pasticcera che ha realizzato le torte: due figure professionali che si ammirano, che si rispettano e si lodano.
Foto, sorrisi, baci. Il Ferrari comprato il giorno della nascita della sposa viene stappato e si brinda alla felicità e all’amore che accompagnerà per sempre gli sposi.
L’art director (grande amica della sposa), che ha ideato il tema delle nozze, mi stupisce con le sue parole: “Sei riuscita a realizzare ogni cosa. Tutto ciò che c’era nel progetto iniziale è qui, sotto i nostri occhi. Complimenti.”.
Non potevo chiedere di meglio!
Qualche invitato comincia ad andare via e la sposa reclama qualche bomboniera al volo. Ma il carretto su cui dovevano essere sistemate è già stato preparato dalla mia assistente.
Perfetto, incantevole. Il dulcis in fundo.

Mi siedo un attimo per assaggiare anche io qualche dolcetto, ma il responsabile location mi reclama mentre mastico un buonissimo brownie al caramello. Beccata!
La musica risuona, tutti ballano, tutti si divertono. Io sono lì, a guardare il frutto di mesi di preparativi e a non capacitarmi come il tempo possa essere volato così in fretta.
Mentre comincio a mettere via tutti gli elementi decorativi da portar via con me, la band si scatena con i balli finali.

Alcuni ospiti cominciano ad incamminarsi verso casa, i camerieri sbarazzano e tutto sfuma verso la fine della serata.
Rimango con gli sposi fino a che le luci del castello si spengono e finché ogni cosa è stata messa al riparo dalla notte.
Sono le 2.00.
Quando io e la mia assistente arriviamo in camera, siamo stanche ma contente.
Faccio un riepilogo dell’evento:
Felicità: infinita.
Cerimonia: intima, pura, autentica.
Location: incantevole.
Composizioni floreali: splendide.
Cibo: ottimo.
Intrattenimento musicale: impeccabile.
Allestimenti: oltre ogni aspettativa!
Imprevisti: qualcuno.
Attimi di panico: qualcuno.
Insegnamenti: tanti!
Scrivo questo articolo dopo mesi eppure l’emozione che provo è la stessa di allora.
Sono una sentimentale, lo so. Ma va bene così.
Ogni attimo che ho rivissuto in queste parole, l’ho rivissuto come se fosse successo ieri.
Ricordo tutto di quel giorno, ogni attimo.
Ho raccontato tante cose ma ne ho omesse tante altre.
Ciò che volevo comunicare in queste parole era la bellezza di un evento. Volevo raccontare il lavoro di tanti professionisti che mirano alla felicità della coppia, una coppia di sposi innamorati che sognano un giorno perfetto e che meritano che sia tale.
Il wedding day è l’epilogo di una dura e fitta organizzazione; è la conclusione di un sogno ideato e strutturato nei dettagli. È un desiderio che si avvera.
Il wedding day è l’evento che ogni sposa ed ogni sposo porta con sé per sempre.
Il Wedding Day di Valentina e Rocco è stato un susseguirsi di emozioni. Ogni elemento raccontava una storia, come la TV vintage del papà di Valentina o la sua macchina da scrivere. Come i nomi dei tavoli scelti con cura da Rocco e il juke box che entrambi hanno voluto a tutti i costi che fosse lì quel giorno.
Ok, è arrivato il momento di lasciarvi andare ragazzi.
Starei qui ancora ore ed ore a parlare del matrimonio di Valentina e Rocco, ma è San Valentino. È tempo d’amore.
Alla prossima favola d’amore… al prossimo capitolo romantico della mia carriera.

Se vuoi anche tu un evento unico e irripetibile, scrivimi qui.
Il tuo sogno sarà realtà.